mercoledì 6 marzo 2013

Storia immaginaria di due famiglie

Ovvero una bozza di modello comportamentale.  Abbiamo due famiglie che chiamiamo A e B, composte da genitori e figli (non importa quanti).

La famiglia A ha un'immensa quantità di capitale accumulato da generazioni, ma non sa fare nulla, oppure non vuole fare nulla.

La famiglia B non ha capitale, vive alla giornata, ma è in grado di produrre un bene che per entrambe le famiglie è di vitale importanza. In realtà un pignolo potrebbe sostenere che proprio questa capacità dei B rappresenta del capitale... E' vero, ma tralasciamo per semplicità questa cosa.

Le due famiglie sono in relazione solo tra di loro e con nessun altro. E' ovvio che gli A pagano i B per comprare quantità di prodotto che i B producono. I più attenti avranno notato che - nel lungo termine - la posizione dei B è molto più solida di quella degli A: se i B si tenessero il prodotto potrebbero sopravvivere, mentre il capitale degli A non serve a nulla se i B si rifiutano di consegnargli il prodotto.

Ci sono tre possibilità di relazione tra A e B (e ovviamente le ampie zone grigie intermedie):


1) A costringe B a produrre quantità crescenti di prodotto in modo da riavere indietro - a fine ciclo - i soldi coi quali ha pagato il ciclo produttivo stesso. Ad esempio A paga a B il valore per 100 unità di prodotto ma si fa consegnare 101 unità. In questo modo il capitale di A non finirà mai finché A avrà possibilità di tenere in piedi il sistema coercitivo.

Ovviamente se A è in grado di operare coercizione su B non si limiterà a una sola unità in più: il capitale "sussumerà" l'intero lavoro dei B lascerà solo una quantità di prodotto sufficiente alla  sopravvivenza della forza lavoro.

Chiameremo questo tipo di rapporto "imperialista", o "schiavista". In effetti il lavoro salariato, quando il salario è di mera sussistenza, non è molto diverso da quello schiavista. Se non siete convinti faccio parlare Marlon Brando al posto mio.


2) A non ha la forza di costringere B il quale chiede quantità crescenti di capitale in cambio del prodotto. Inoltre A non ha alcuna intenzione a mettersi a lavorare in proprio. Il rapporto è caratterizzato da una presenza molto radicata odio e di revanscismo tra le due famiglie, e la conflittualità domina anche i rapporti interni. Chiameremo questo tipo di rapporto "emancipazione", o "lotta anti-imperialista".


3) A non ha la forza di costringere B, ma decide di imparare a produrre la quantità necessaria del prodotto in proprio.


Vediamo di analizzare gli effetti etici, psicologici, o diciamo "spirituali" dei tre rapporti.

Nella relazione schiavista gli A sono costretti a giustificare a se stessi il fatto di essere dei mantenuti. Dovranno cioè sublimare e rimuovere la vera natura di rapina di quel rapporto con giustificazioni metafisiche: "gli A sono naturalmente nati per comandare e i B per eseguire", "sul mio testo sacro c'è scritto che i B mi sono stati dati come schiavi per l'eternità", "la nostra cultura è superiore alla loro" (sublimando il fatto che il tempo libero che dedicano alla raffinatezza gli è concesso solo grazie alla schiavitù dei B...).

Più recentemente va di moda l'autoassolutorio "ma il padre dei B picchia i suoi figli!" come se questo giustificasse la rapina perpetrata dagli A a danno dei B.

In certi casi la sublimazione potrebbe essere presente anche nei B ("siamo troppo stupidi rispetto al padrone"). Oppure in alcuni di loro, che a tutti gli effetti si assicurano che i fratelli sgobbino in nome e per conto degli A. Si chiamano "collaborazionisti".

Alcuni A potrebbero essere mossi a pietà ed aiutare i bambini B che si ammalano per le pessime condizioni di vita intrinseche al tipo di rapporto. Si comprano così una coscienza nuova di zecca. Oppure lo fanno in assoluta buona fede, mettendo in discussione radicalmente il rapporto padrone-schiavo, e andando così contro gli interessi della loro stessa famiglia per un sincero senso di giustizia. "Ingrati sognatori utopisti" li chiamano, in famiglia. Sono quasi sempre una minoranza eccentrica.

Una cosa va detta, perché la morale comune è una cosa e l'Etica un'altra: ogni volta che A sublima, lo fa solo per poter convivere con la sua colpa. Ogni volta che B accetta questa logica, lo fa solo per convivere con la viltà di chi ha preferito la schiavitù alla morte. E infine ogni volta che A dice di non voler pagare B quanto dovrebbe perché B picchia i suoi figli, A è un ladro e un farabutto! Il prodotto va pagato, e questo non c'entra nulla coi rapporti familiari interni del fornitore.


Nella fase di emancipazione, B trova l'occasione per esercitare un ferreo controllo sui membri della propria famiglia con la scusa della possibilità di un "contrattacco" da parte di A. In altri termini B sfrutta questa occasione per riprodurre - all'interno - il rapporto di produzione schiavista con la giustificazione della presenza di potenti nemici esterni.

Nella stessa fase, A potrebbe sottolineare costantemente l'oppressione familiare dei B per giustificare il ritorno alla condizione schiavista pre-emancipazione, con la scusa che il pericolo va fermato subito. Preventivamente. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a due farabutti, uno dei quali un tiranno e l'altro un ladro in decadenza.

La terza fase potrebbe essere un'occasione per entrambe le famiglie per mettere in piedi un rapporto duraturo. E' intrinsecamente più stabile del rapporto 1 perché non è fondato sul terrore e sulla coercizione, e del rapporto 2 perché non si fonda sull'odio e sulla tirannia interna. Ma le due famiglie si trovano in una condizione psicologica differente:

Gli A stanno subendo un peggioramento delle proprie condizioni di vita. Ciò che prima era gratis ora si deve guadagnare col sudore della fronte. I figli cominciano a notare che il vestito nuovo di mamma si poteva anche non comprare per pagare invece il nuovo iPad... Si litiga.

I B dal canto loro hanno la vita più facile: papà può affrontare le rivendicazioni dei figlioli con una disponibilità maggiore, senza dover ricorrere sempre alle cinghiate. I B sono più sereni.

Quando si è nella terza fase il compito degli A è più difficile, e molto dipende dal loro approccio: se riescono a sublimare la nuova condizione definendosi "uomini che non si fanno mantenere da nessuno", se riescono a farlo con la stessa bravura con la quale sublimavano la loro condizione di padroni di nome e mantenuti di fatto, allora la cosa funzionerà.

Altrimenti si tornerà ad oscillare tra le fasi 1 e 2. Per sempre.

***

Un'occasione? (aggiunta  posteriore)

Un amico suggerisce che la crisi attuale potrebbe essere un'occasione per il paese. In fondo l'Italia non è priva di risorse, forse un po' mal sfruttate, soprattutto nell'agroalimentare. Vero.

Cadremmo nella situazione in cui la famiglia A, nel momento in cui viene messa in difficoltà dall'emancipazione della famiglia B, decide di rimboccarsi le maniche e produrre in proprio. Ora, non è che la famiglia A avesse deciso di starsene negli "otia serena" per chissà quali motivi, lo faceva perché era inondata dai prodotti a basso costo della famiglia B e quindi non aveva bisogno di produrre.

I figli del signor A - a guardarli bene - non sembrano tipi da mettersi dietro a un tornio o a zappare la terra come quelli del signor B. Per carità tutto può essere, ma A' si è messo a fare il pittore, A'' studia scienza della comunicazione, A''' vorrebbe diventare fotomodella e lavorare nello spettacolo. I gemelli fanno uno il giocoliere mangiafuoco e l'altro assorda tutti con la chitarra. Quelli più concreti hanno studiato da medici, avvocati, notai, commercialisti. Nessuno sembra felice all'idea di allattare un maialino standosene immerso nel fango e nel piscio fino alla cintola...

Persino le pulizie di casa - ai tempi delle vacche grasse - le si faceva fare a qualche figlio dei B che se ne scappava dal padre autoritario. Anche perché i figli di A in mezza giornata passavano solo l'aspirapolvere in una stanza e di certo non pulivano il water!

Ma gli A tutto questo se lo potevano permettere perché B li riforniva di prodotti a basso costo. Certo, ora cominciano a intuire che "bisognerebbe farlo", ma poi si guardano a vicenda aspettando che qualcun altro si faccia avanti (in dialetto genovese il "besugneiva" è un vero e proprio stato d'animo...).

Riassumiamo: la famiglia B riforniva 100 unità di prodotto alla famiglia A. Grazie a questo benessere gli A si sono abituati a livelli di consumo elevatissimi. Il problema è che se ora si mettessero a produrre in proprio NON RAGGIUNGERANNO quel livello di consumi.

Intendo dire che il figlio strimpellatore impazzirà all'idea di dover lavorare di pialla. La figlia fotomodella piangerà come un salice quando dovrà passare la giornata ad archiviare pratiche in ufficio. L'umore in famiglia cambierà. Il padre sgriderà più spesso, i figli risponderanno. Non è detto che la famiglia sopravviva. E' auspicabile, ma non è detto.

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