sabato 29 gennaio 2011

Domande e risposte da Facebook

Parlando dell'Iran, un amico su Facebook mi fa alcune domande alle quali trovo più comodo rispondere qui.


Ma è vero che solo lo 0,029% degli iraniani era connesso a Twitter?


Dovrei capire come è stata calcolata la percentuale ed è proprio questo che non riesco a immaginare. Su twitter in quel periodo quasi tutti noi all'estero mettevamo come luogo di provenienza "Iran" e settavamo l'orologio sul fuso iraniano per incasinare il tracking della polizia. Ovviamente l'IP è visibile quindi ad esempio chi dal lato twitter avesse voluto controllare gli accessi avrebbe visto che un iraniano (io) postava dall'estero. 

Non credo si siano messi a fare un'indagine statistica, in Iran sarebbe impossibile. Quasi certamente hanno verificato il tabulato IP di Twitter hanno fatto una percentuale tra postatori singoli da specifici IP iraniani e la popolazione complessiva. Il punto è che se hanno fatto così gli unici che risultavano postare dall'Iran erano quelli... della polizia segreta! Solo loro non cammuffano l'IP, gli altri cercano sistemi per cammuffarlo perché attraverso l'IP risalgono a te.

Chi deve fare attività politica usa un software (tor ad esempio ma anche altri) il quale fa finta di conneterti a un server estero che il regime non riconosce come pericoloso e non filtra. Da lì poi fai perdere le tue tracce e vai sul sito che ti pare. E' solo così che dall'Iran entri su twitter, youtube, facebook, sui siti porno, ai quali non puoi accedere in modo diretto. Ovviamente l'uso del proxy rallenta il traffico ma chi se ne frega.

Ora quello che voglio dire è che quel 0.029% è stato calcolato sulla base degli indirizzi IP di chi si connetteva su twitter, gli analisti hanno preso un granchio gigantesco. Perché chi si connette con un proxy (es. via Tor) ha un IP che può essere europeo, statunitense, persino israeliano, ma certamente non iraniano. E sinceramente non riesco ad immaginare come altro abbiano potuto calcolare la percentuale. Faccio notare che questo argomento - questi numeri - sono stati usati dal regime per supportare la teoria che il movimento era un complotto occidentale.

Tuttavia va detto che il mezzo principale per la convocazione di cortei era il cellulare, l'sms in particolare.  Perciò quello che dici è vero, Twitter è stato un mezzo secondario usato principalmente nella settimana delle elezioni. Perché, il governo in vista di quello che in Iran chiamano "golpe elettorale", aveva staccato la copertura degli sms proprio nel giorno delle elezioni e in quelli seguenti mentre internet restava attivo.

Gente che misteriosamente comunica in inglese per evitare di essere compresa...

Twitter permette di estrarre i tweet sulla base della lingua usata. Teoricamente dunque è facile vedere il totale e fare due più due.

Il problema è che molti tweet arrivano dal cellulare, il quale in genere non ha font arabici. Quindi l'utente scrive in arabo o persiano traslitterati nell'alfabeto latino. A quel punto se si fa una ricerca su twitter sulla base della lingua usata nei tweet il risultato diventa inaffidabile: si perde un buon 2/3 dei messaggi in persiano e in arabo, perché non usano l'alfabeto arabico ma quello latino.

Quanto alla Tunisia tieni anche presente che praticamente l'intero paese è bilingue (arabo e francese) e quelli sopra i 10 anni di lingue ne conoscono tre (arabo, francese, italiano). Quindi non è che se parli francese non ti fai capire.

L'uso del regime dei social network, dall'analisi che ne ho letto, pare ben più sofisticato e marpione (tipo dare l'annuncio di una manifestazione antigovernativa in un certo posto e schedare o direttamente arrestare tutti quelli che si presentano):

Rispondo del solo Iran ovviamente. Non escludo che il regime abbia provato a convocare manifestazioni farlocche per arrestare o schedare gli attivisti. Ma in generale il provocatore iraniano non agiva così: cercava di far "deviare" il movimento dalla direttrice principale che aveva unito tutte le opposizioni (dimissioni di Ahmadinejad e nuove elezioni con la presenza di osservatori internazionali).

Il provocatore agiva principalmente con messaggi di tipo politico che spingevano a destra e a sinistra: un po' la tecnica di far diminuire la potenza di un fiume scavando canali e deviazioni ai due lati. Frasi come "bisogna darsi alla lotta armata" come "ma Mousavi così fa ammazzare i nostri figli" erano quasi sempre dei provocatori. Però si era imparato a riconoscerli perché tutto sommato il movimento è stato molto disciplinato, e per tutta quella fase è stato in linea con le richieste di fondo e coi leader che si era scelto.

In genere sulle pagine FB "autorevoli" questa gente veniva sgamata o comunque nessuno dava retta perché i frequentanti seguivano le indicazioni degli amministratori della pagina.

Tieni anche presente che le manifestazioni tra il giugno 2009 e il febbraio 2010 non erano convocate a capocchia: coincidevano sempre con le ricorrenze liturgiche del regime. Cioè il movimento verde si "imbucava" in massa in quelle manifestazioni che il regime non poteva impedire. Il regime era costretto a far vedere immagini di repertorio perché dalle immagini reali (molti su youtube) era chiaro che il numero degli oppositori che gridavano slogan propri era 3-4 volte il numero dei favorevoli.

Una tecnica situazionista che ha dato molti frutti: il regime cosiddetto "isalmico" è stato costretto a caricare le proprie manifestazioni, usare gas lacrimogeni contro preghiere del venerdì, uccidere gente durante l'Ashura...

Per FB i numeri erano più alti ma tutt'altro che oceanici e comunque limitati a certe fasce di reddito

Ovviamente chi usa twitter o facebook deve potersi permettere un cellulare o un pc. Tieni presente che in Iran il PC e altri strumenti tecnologici (paraboliche, lettori dvd) sono spesso usati come la TV in Italia negli anni '60: si va a casa dell'amico.

Inoltre si tratta di un paese comunque fortemente connesso fin dagli anni '90. Ma c'è stata certamente strozzatura politica dovuta al "digital devide": tra le diverse fasce di reddito da un lato, e tra Teheran e provincia dall'altro. Quindi il movimento ha cercato di superare il problema con l'organizzazione. Attivisti organizzati in comitati di non più di 3-7 persone che già si conoscevano - di cui almeno uno col PC e ciascuno in contatto con altri comitati - dovevano occuparsi di mettere in pratica delle attività: scrivere sui muri, convocare a voce le manifestazioni decise sui forum, filmare e documentare queste attività, inviarle via web a comitati esteri...

Inoltre per creare un circuito mediatico alternativo si cercava di distribuire su cd o vhs i filmati più "significativi". Un po' una replica dei discorsi di Khomeini che venivano distribuiti su musicassette.