mercoledì 23 giugno 2010

La lite continua - parte seconda


E' di ieri la notizia di un nuovo scontro interno al regime, che stavolta vede contrapposti gli ultras di Ahmadinejad e il Parlamento (Majles). Se ricordate nel post del 19 giugno si diceva che l'istituzione del regime più vicino ad abbandonare il campo è proprio il Majles.

Notare che il Majles è dominato da una maggioranza conservatrice, e pressappoco tutti i deputati devono la loro posizione direttamente all'approvazione del Consiglio dei Guardiani (il quale a sua volta è nominato per 6/12 da Khamenei). Sicché il Majles non fa nulla che non sia già stato approvato da Khamenei e dal Consiglio. Proprio per questo lo scontro diventa assai significativo.

Il "casus belli" è stato il rinnovo delle autorizzazioni all'Università Indipendente, rinnovo che è di competenza del Majles. Si tratta di un'università non legata al governo, fondata per volontà dell'ayatollah Rafsanjani, ed è una vera e propria roccaforte ideologica del riformismo (sebbene un po' lo siano tutte le università del paese).

I fedelissimi di Ahmadinejad avrebbero voluto che l'autorizzazione all'insegnamento venisse negata, e l'hanno presa molto male. Talmente male che i giornali filogovernativi hanno coperto di insulti il Majles, e in particolare il suo speaker Larijani. Arrivando a promettere che avrebbero preso il parlamento a cannonate [*].

Larijani per tutta risposta ha fatto notare che le decisioni del Majles, una volta approvate dal Consiglio dei Guardiani, sono legge dello Stato alla quale il governo deve obbedienza. In altre parole Larijani ha fatto detto chiaramente che ha dietro le spalle Khamenei e il Consiglio. Ma gli squadristi di Ahmadinejad questo lo sapevano già, quindi la risposta di Larijani è a sua volta il tentativo di mostrare forza.

Riassumendo: ci troviamo di fronte ad uno scontro interno al regime. Lo scontro per ora vede confrontarsi Khamenei, il parlamento e il Consiglio dei Guardiani da una parte, e il governo e le squadre di militanti fedeli ad Ahmadinejad dall'altra. I Pasdaran per ora non parlano. 

Il movimento di opposizione, in piena salute, è alla finestra che si gode lo spettacolo. I commenti oscillano tra l'incredulo e il "ci pensano loro ad abbattersi da soli", in generale consci del fatto che la caparbia resistenza inizia a dare frutti e in attesa di prese di posizione ufficiali da parte di Mousavi e Karroubi.

[*] Si tratta di una minaccia con un preciso riferimento storico. Nel 1908 il Parlamento venne fatto bombardare da Mohammad Ali Shah della dinastia Qajar. All'operazione presero parte truppe russe.

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