venerdì 6 novembre 2009

Mercoledì da leoni

Alcune annotazioni sparse sulle manifestazioni di mercoledì.

Numeri: elevati. Gli stessi della giornata di Al-Quds, ma in più città. Il regime ha portato a Teheran qualcosa come 50.000 tra bassij e fedelissimi per poter creare una "bolla" di irrealtà intorno alla ex ambasciata statunitense. Questo ha lasciato campo libero all'opposizione nelle maggiori città e un po' in tutto Teheran.

Le tattiche di lotta antifascista messe in atto fino a questo momento in Iran stanno assumendo caratteristiche interessanti e inesplorate, che potrebbero venir bene anche altrove. La tattica di sfruttare le ricorrenze del regime per rovesciarle contro il regime stesso, ad esempio, priva il regime di una potente arma ideologica: quella di far credere di avere l'appoggio delle masse. Oggi il regime vive come un incubo le ricorrenze che un tempo lo celebravano.

Oltretutto l'Iran è particolarmente ricco di ricorrenze di questo tipo: religiose (Ashura), politiche (11 febbraio anniversario della rivoluzione del '79), o tradizionali (il salto dei falò l'ultimo mercoledì dell'anno solare persiano). Per citare solo le tre maggiori da qui al 20 marzo 2010.

Degno di nota la manifestazione di Tabriz. A Tabriz il regime era stato particolarmente duro. Anche perché per qualche motivo (legato a quasi 150 anni di moti), in genere si dice che quando si muove Tabriz il governo centrale ha i mesi contati. Altro particolare degno di nota è il fatto che il regime ha mandato un politico di retroguardia e di bassissimo profilo alla manifestazione "ufficiale" tenutasio davanti alla ex-ambasciata, mentre la ricorrenza richiedeva personaggi di primo piano. L'impressione è che tiri aria di sfaldamento, insomma che nessun alto papavero ami rendersi particolarmente visibile.

Testimonianze dirette confermano che la repressione è stata portata avanti dai soli pasdaran, in parte organizzati in regolari reparti anti sommossa, e in parte come infiltrati e provocatori. La polizia si è fatta da parte e in alcuni casi avrebbe pure dato alla gente utili consigli sugli incroci e le vie da evitare. Gli stessi pasdaran non hanno confrontato per uccidere. Insomma per fortuna non si hanno notizie di morti. Botte sì, e tante, ma niente morti.

A questo proposito devo dire che nel 1977, a sei mesi dall'inizio dei primi moti contro lo Shah, i morti erano molti di più. Il paese non era nemmeno dotato di reparti anti sommossa. Era l'esercito che gestiva l'ordine pubblico, e lo faceva sparando nel mucchio. Non dico che questo regime è meno fascista o che meriti maggiori riguardi. Insomma se è per i riguardi, allora Changiz Khan ammazzava anche più dello Shah! No, non è questo il punto, dico solo che il paese è cambiato. Ha avuto una sua evoluzione e, nonostante tutto, oggi è più civile di allora. Una cara amica m'insegna che si chiama "funzione civilizzatrice del capitale".

"Uno degli aspetti in cui si manifesta la funzione civilizzatrice del capitale è quello di estorcere [...] pluslavoro in un modo e sotto condizioni che sono più favorevoli allo sviluppo delle forze produttive, dei rapporti sociali e alla creazione degli elementi per una nuova e più elevata formazione, di quanto non avvenga nelle forme precedenti della schiavitù, della servitù della gleba, ecc." [il Capitale - libro terzo].

Traducendo: come dallo schiavismo si passa al lavoro salariato senza che sparisca lo sfruttamento, dall'affrontare la folla con i fucili e le baionette si passa alla polizia anti sommossa e al manganello senza che sparisca il fascismo. Oppure magari dal foulard si passa al piercing sulla lingua senza che sparisca il disagio femminile.

Ma, detto questo, vedere all'opera la funzione civilizzatrice del capitale "dal vivo", mentre provoca rotture con tradizioni che ieri sembravano indiscutibili, vedere tutto questo è un vero spettacolo della storia. Uno spettacolo al quale ho avuto il privilegio di assistere per due volte. Potrò dire di aver vissuto tempi interessanti. E ho la sensazione che il vecchio Marx avrebbe deriso parecchi sedicenti suoi seguaci di oggi, vista la loro insistenza nell'impedire lo sviluppo del capitalismo fuori dalla "culla" euro-americana.

Nessun commento:

Posta un commento