mercoledì 29 luglio 2009

Quaranta

Domani cade il quarantesimo dei martiri del venti giugno. Sono previste manifestazioni di commemorazione un po' in tutto il paese. Negli ultimi giorni si sta scoprendo la reale entità del numero dei morti, purtroppo molto alto. Si scoprono anche dei dettagli delle condizioni disumane di detenzione presso alcuni carceri (tra i quali quello di Kahrizak di cui dirò domani).

Tenuto conto di questo il movimento sta cercando di far sentire la sua presenza vicino ai famigliari dei caduti, i quali hanno dovuto firmare dichiarazioni di accusa a Mousavi e di 'manleva' verso il regime persino per avere indietro il corpo del proprio caro. In Iran ormai si tengono in ostaggio anche i cadaveri.

Traduco questo 'fondo' da Peiknet.

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Domani si terrà la commemorazione dei primi caduti per mano del golpe. Mousavi e Karoubi hanno informato il ministero degli interni in una dichiarazione congiunta. Anche se uno dei sottosegretari del ministero ha dichiarato che non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per questa manifestazione, ormai nessuno ci fa più caso.

Mousavi e Karoubi sapevano già che il governo non sarebbe stato d'accordo. Un governo che teme l'aumento del numero dei passanti sui marciapiedi del centro, un governo che sospetta che chiunque possa da un momento all'altro trasformarsi in un manifestante e dare slogan, come potrebbe essere d'accordo con questa commemorazione?

Perciò entrambi gli schieramenti faranno ciò che devono fare. Tant'è che anche senza la chiamata ufficiale di Mousavi e Karoubi il movimento sarebbe comunque sceso per le strade a commemorare i suoi caduti. L'atteggiamento più intelligente da parte del governo sarebbe quello di consentire la manifestazione tanto più che sarà guidata dalla moderazione di personaggi come Karoubi, Mousavi o Khatami. Ma quale governo goplpista della storia si è mai distinto per la sua saggezza?

E così ancora una volta il popolo e le forze della repressione si troveranno uno di fronte all'altro. La verità è che la gente non ha più paura perché è conscia del fatto che il governo ha già fatto tutto ciò che poteva in questi 50 giorni. Tutti sanno ormai cosa succede nelle celle di isolamento di Kahrizak. Non può accadere nulla di peggio.

Un colpo di stato che non riesca a restare stabilmente al potere nelle prime 48 ore in genere è destinato al fallimento, e qui sono già passati 50 giorni. In questo periodo, incidente dopo incidente, le forze golpiste si sono assottigliate. E sebbene le defezioni non si siano unite al movimento, comunque si sono fatte da parte. In particolare si è formato un largo schieramento composto dai religiosi e ayatollah che fronteggiano la Guida e la presidenza, e ne minano la legittimazione islamica.

Forse questa spaccatura nella destra del regime diminuirà il rischio di repressione, nella giornata di domani. Forse la presenza di Mousavi, Karoubi, ed altri personaggi che hanno dichiarato la loro presenza, tra cui l'ayatollah Sanei, diminuiranno il costo della manifestazione in termini di ferimenti, arresto o uccisioni.

Moderazione e violenza si confronteranno ancora una volta. Tutte le nostre fonti confermano una vasta mobilitazione del movimento per la cerimonia di domani, che sia autorizzata o no. Che partecipi Mousavi o che ne venga impedita la partecipazione. Gli "allahu Akbar" di stanotte erano già un'avvisaglia del numero e dell'autonomia del movimento: nessuno è in attesa di un condottiero, di un capo.

Questo punto fondamentale è stato più volte sottolineato dallo stesso Mousavi: non siamo in presenza di un movimento gerarchico. Il movimento non è una piramide, ed l'arresto di un certo numero di personaggi in vista non ne causerà la dispersione. E' una rete. Una rete che avvolge tutto il paese.

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