domenica 21 giugno 2009

Lettera di Moussavi al Consiglio dei Guardiani (il dettaglio della truffa)

Post fatto oggi anche su don chisciotte in attesa di approvazione.

Oggi a Teheran è stata una giornata di guerriglia urbana. Ci si attendeva una imponente manifestazione simile a quelle di settimana scorsa, tuttavia questa volta le milizie basij, pasdaran e polizia antisommossa erano schierati con ordine di attaccare il più piccolo assembramento nelle vie che portano al luogo di concentrazione, in piazza Enghelab.

Ciò nonostante una grossa massa di gente si è comunque potuta concentrare, anche perché la polizia antisommossa spesso si rifiuta di caricare, lasciando il lavoro sporco ai più motivati basij. Il candidato Moussavi sta partecipando alla manifestazione, e in questo momento sta tenendo un discorso.

Tutto questo però non è il tema di questo post. Il tema di questo post è la traduzione (non integrale per motivi di lunghezza) del secondo memoriale consegnato al Consiglio dei Guardiani, stamane, da Moussavi.

Alcuni conoscono già la mia opinione: il concentrarsi sul fatto che i brogli siano avvenuti o meno è del tutto irrilevante quando per la strada si sentono gli spari, il sordo rumore dei lacrimogeni e l'urlo della folla. E' più interessante concentrarsi sul conflitto sociale, perché i brogli o i non-brogli sono solo... "sovrastruttura".

Tuttavia anche la verità vuole la sua parte, e dato che nessuno qui conosce le ragioni di Moussavi, mi tocca tradurre il suo memoriale per un mio rigoroso senso di par condicio. Buona lettura.

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Spett.le Consiglio dei Guardiani

L'entusiastica partecipazione del popolo iraniano al decimo turno delle elezioni presidenziali è stata di gran lunga superiore alle tornate precedenti, ed ha attratto ai seggi milioni di elettori che precedentemente disertavano le urne. Una partecipazione leggendaria che non ha precedenti nei tre decenni della rivoluzione islamica e della storia democratica del paese. [...] Io continuerò a prendere ogni iniziativa possibile, nel rispetto del vigente quadro costituzionale, per ottenere giustizia per il nobile popolo dell'Iran. Ed ora una parte dei gravi fatti che hanno macchiato la decima tornata delle elezioni presidenziali

[...]

1) Piombatura delle urne prima delle votazioni

Poiché la condizione necessaria per la legittimità dei voti di un'urna è che i voti ivi presenti siano proprio quelli dati dagli elettori, è fondamentale che prima delle votazioni le urne vengano controllate e che ci si assicuri che non contengano già delle schede elettorali pre-votate. Per questa ragione, l'approvazione della regolarità dell'urna prima della piombatura deve avvenire in presenza degli osservatori delegati dai candidati. Questo non è avvenuto nella maggioranza delle sezioni.


2) Presenza dei delegati dei candidati ai seggi

Come recita il secondo articolo della legge unica, il Ministero degli Interni ha il dovere di emettere le credenziali dei delegati entro 48 ore prima delle elezioni, in modo da consentire loro di essere presenti ai seggi. Inoltre dovrebbe anche informare i delegati stessi in merito al luogo in cui dovrebbero svolgere il loro ruolo di osservatori. Tuttavia le prefetture e il Ministero degli Interni hanno sistematicamente disatteso questo dovere, in quanto:

Primo: per un gran numero di delegati non sono state emesse credenziali

Secondo: anche le credenziali emesse erano spesso inutilizzabili. A titolo di esempio: nomi errati, foto di delegati maschi invertiti con quelle di delegate femmina. In tutti questi casi, i responsabili dei seggi impedivano al delegato di presenziare alle operazioni di voto.

Terzo: anche quando le credenziali erano regolari, tuttavia erano emessi non per i seggi richiesti dallo staff dei candidati, ma come pareva e piaceva alle prefetture. Ciò ha reso impossibile la presenza di molti delegati per ragioni pratiche, quali: la distanza dal luogo di residenza, non corretta conoscenza del posto etc.

Quarto: in molti casi il numero di urna presente sul tesserino del delegato non corrispondeva col numero di urna presente nel seggio [il che di per sé è strano n.d.t.]. In tutti questi casi il delegato non è stato ammesso al seggio.

[...]

3) La faccenda dei seggi "itineranti":

Come dal testo unico in materia dell'elezione del presidente della repubblica, in certi casi è prevista la presenza di seggi itineranti al fine di far votare popolazioni in località difficili da raggiungere [...] Il numero di questi seggi è aumentato esponenzialmente durante la presente tornata elettorale, al punto che spesso si osservavano seggi itineranti a poche decine di metri da seggi fissi. Inoltre, sostanzialmente non è mai stata possibile la presenza dei delegati dei candidati ai seggi itineranti. Pertanto può essere avvenuta qualunque cosa in 14.000 seggi, ed è forse proprio questa la ragione del loro aumento esponenziale.

[...]

6) Trasferimento delle urne dai seggi alle prefetture

[...] In merito a questo c'è una comunicazione emessa dai rappresentanti e delegati dei tre candidati sfidanti alle 2:15 del mattino di sabato co0me segue:

Egr. Sig. Mahsuli, onorevole ministro degli Interni

Alcuni minuti fa l'ufficio elettorale del Ministero ha pubblicato alcuni risultati elettorali di fronte alla stampa nazionale ed estera. Noi - in qualità di rappresentanti dei candidati - non abbiamo idea di come siano stati raccolti, ricevuti e calcolati.

[...] Inoltre lo spazio assegnato alla presenza fisica dei delegati dei candidati sfidanti si trova lontano dal luogo dove viene effettuata la conta dei voti, e pertanto la nostra presenza o assenza è irrilevante.

[...]

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Ecco il punto chiave.

Riassumendo: gli sfidanti del presidente in carica non hanno potuto esercitare alcun controllo nelle fase di verifica delle urne, operazioni di voto nei seggi, e la conta dei risultati nel ministero. Ovviamente chiedono l'annullamento delle elezioni agli organi costituzionalmente preposti, e portano la loro gente in piazza.

Per spiegarla anche a un bambino di tre anni: è come se alle prossime elezioni politiche la polizia e i carabinieri impedissero l'accesso dei delegati dei partiti alle urne e alle operazioni di scrutinio, e dopo alcune ore apparisse Maroni a dire che le elezioni le ha vinte la Lega e il PDL.

Poi, con un piccolo sforzo di fantasia, immaginate anche che il Presidente della repubblica sia Umberto Bossi, e che la corte costituzionale sia composta per sei membri su dodici da gente nominata da lui.

Scommettiamo che le piazze italiane sarebbero piene di "teppaglia"?

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